Pubblico il mio ultimo lavoro musicale. Una canzone dedicata a Giulio Regeni.
È tempo che gli artisti dichiarino “da che parte stanno”.
È tempo, a mio avviso, che gli artisti non si trastullino nel disimpegno o si perdano in narcisistici e vuoti autocompiacimenti. Il successo non serve a niente.
Occorre prendere la parola in pubblico per segnalare le contraddizioni della contemporaneità; un vento impetuoso di xenofobia e violenza sta soffiando ora sui nostri volti.
I migranti sono trattati in modo indegno. I criminali “nostrani” che ci derubano del futuro non pagano alcuna conseguenza e continuano a restare saldi nella loro posizione.
Sembrerebbe più grave non pagare un biglietto dell’autobus che evadere il fisco derubando noi e i nostri figli del futuro e del presente. Le priorità sono cadute.
Gli artisti non possono più permettersi di usare il loro talento e le loro energie per il loro esclusivo tornaconto.
Vedere l’arte al servizio del Mercato dovrebbe avvilirci. L’arte non è al servizio di nessuno, tantomeno lo siamo noi artisti: solo così potremmo cercare liberamente la Bellezza, la Verità e la Giustizia.
Francesco Camattini
Le ferite di Giulio sono, in parte, anche le ferite di tutti quei cittadini e quelle cittadine che credono nel Bene Comune, nello Stato e nella possibilità di un presente e di un futuro migliore. La vicenda di questo “figlio” (perché Giulio è anche questo) ha colpito tutta l’Italia da Nord a Sud: lo sgomento non si rimarginerà finché la Verità non uscirà dall’ombra in cui qualcuno (che evidentemente sa) l’ha voluta nascondere. Una canzone e un video (quest’ultimo costruito come “puzzle” di proteste ed evocazioni di figli e madri di “tutti i tempi”) per non dimenticare mai il figlio Giulio Regeni né il dolore di una madre che è un dolore Universale; dolore di tutte e tutti coloro che attendono ancora Verità. Francesco C.