Tutti noi ricordiamo bene il Titanic e il fatto che durante la tragedia i passeggeri di terza classe, più poveri degli altri di prima classe, per abbandonare la nave dovevano “aspettare” che tutti i passeggeri più ricchi fossero stati tratti in salvo. Ecco, io credo che ad Andria sia andata allo stesso modo e mi spiego: c’è una grave ipocrisia nel cercare l’ “errore umano” – che senz’altro c’è stato -, in questa tragedia dovremmo piuttosto tentare di comprendere il comportamento doloso (o colposo scegliete voi) della politica economica ed industriale delle nostre Ferrovie (e del nostro paese) che dividono l’Italia in sottopaesi di prima, seconda e terza classe; ma l’Italia non è una sola? Non sembra.E la divisione non è solo “regionale” ma procede evidentemente per censo, esattamente come sul Titanic: da un lato ci sono treni scalcinati, indegni e nemmeno puntuali, quelli dei pendolari di terza classe, del “popolo”, quelli della gente che “può aspettare” e dall’altro ci sono i treni dei pendolari di lusso, come chi va da Roma a Milano, dei pendolari di prima classe, di chi ha i “veri” impegni legati alla finanza, alla politica, all’industria. Forse la suddivisione non è così “manichea” ma questa situazione è tra i frutti della privatizzazione iniziata agli inizi degli anni ’90 che ha creato zone di indegne furfanterie ai danni dei cittadini. Dovremmo esserne davvero più consapevoli: la res pubblica non è un pachiderma obsolescente le cui zanne d’avorio vanno vendute al miglior offerente ma un elemento di promozione civile del nostro paese, una grande occasione di redistribuzione delle risorse.
Ieri l’altro Mazzoncini era orgoglioso di aver mandato a buon fine l’offerta di 45 milioni di euro che Trenitalia ha effettuato per comprare la società che gestisce il trasporto su rotaia delle ferrovie greche. Lo so, lo so bene che Trenitalia non gestisce la tratta di Andria. Ma a voi sembra una situazione normale? Da un lato offriamo (dico Noi in quanto Italiani, sono soldi anche nostri) 45 milioni di euro ai greci per internazionalizzare le ferrovie e dall’altro, ad Andria, gettiamo sulle spalle di una persona sola la responsabilità inumana del delicatissimo traffico di una linea ferroviaria? Siamo schizzofrenici! La Costituzione – ancora stupenda – dice che dovremmo redistribuire la ricchezza e che tra cittadini dovremmo essere solidali. Perché invece di dividere il paese, spezzettarlo, tritarlo, non cominciamo a comporre, redistribuire, ricucire? Ne varrebbe la pena al di là dei conti economici (che comunque, se fossero trasparenti e oculati, sono sicuro tornerebbero a vantaggio di tutti anche quelli).
Sogno un paese in cui se c’è poco c’è poco per tutti non molto per pochi e pochissimo per molti. E’ una considerazione semplice se volete ma prima da realizzare l’alta velocità per i pochi passeggeri di prima classe non è meglio migliorare le condizioni dei tantissimi di terza classe? Il ferroviere di Andria si è trovato a dover gestire un naufragio senza scialuppe di salvataggio. E i viaggiatori di prima classe erano già tutti comodamente in salvo.