Violenza contro le donne: questione di cultura…prima di tutto! Alcune riflessioni sparse a riguardo:
- Parlare prima di tutto degli uomini che vanno con le minorenni e della loro “normale follia” sarebbe una rivoluzione culturale (stile Tolomeo vs Galileo)!
- Nonostante la mia stima per Fabio Fazio, il suo atteggiamento durante l’ultima trasmissione a me ha fatto riflettere: se avete seguito l’altro giorno la sua intervista alle due grandi campionesse italiane di tennis (Vinci ed Errani) c’è stato un momento in cui si è “aperta una finestra” – per alcuni sarà stata “spiritosa” – che per me è il sintomo che anche gli uomini di cultura e di fine intelligenza come Fazio hanno un’immagine della donna piuttosto singolare. Mi riferisco al momento in cui in trasmissione si è mostrato un match di una delle italiane con una tennista straniera che mentre gioca emette suoni (o rantoli)… ecco, dopo il video Fazio ha posto la seguente domanda… più o meno: “Non è distratta dal fatto che la sua avversaria sembra avere un orgasmo in campo ogni volta che tira un colpo?” non erano queste le parole ma certo era questo il senso vista l’ilarità generale. Allora mi chiedo: se ci fossero stati Nadal o Federer, Fazio avrebbe parlato con loro dei peli delle ascelle, di come dev’essere vestito un bravo tennista per non sudare e puzzare o ancora di altre questioni che con il tennis non hanno nulla a che fare e che servono solo – senza probabilmente volerlo- a squalificare l’interlocutore (in questo caso le interlocutrici)? Fazio, ripeto senza accorgersene, alludendo ai rantoli del coito ha “squalificato” le due brillanti tenniste, cioè ha posto la conversazione su un piano “altro” dove si gioca la differenza di genere e ha rafforzato l’idea che con una donna – chiunque essa sia, se è carina – si possono fare allusioni sessuali…
- Avrei voluto vedere se Fazio quando ha intervistato Rita Levi Montalcini si fosse permesso di chiedere: “Scusi signora, ma quando si piega sul microscopio per troppe volte e le sudano le ascelle pensa alla ricerca o a un deodorante?”.
Nulla contro Fazio ovviamente… è giusto per fare un esempio di come secondo me la questione culturale sia profonda ed è a partire da una riflessioni sul linguaggio che si produce il cambiamento.