Alla Royal Albert Hall di Londra – una delle sale da concerto più importanti del mondo – la platea [durante i “Promenade Concerts”, o “Proms”, NdR] non ha sedie ma è lo spazio più popolare: “posti in piedi” a 5 sterline (circa 7 euro). La gente che desidera seguire grandi interpreti o le più famose orchestre del mondo porta una stuoia, il cibo per l’intervallo (da consumare fuori) e si gode la musica classica, il jazz, la musica rock. La platea del Teatro Regio di Parma è riservata (per via del prezzo proibitivo e della difficoltà a prenotare) alle autorità, agli abbonati, alle sfilate di damerini e damerine infiocchettati e impacchettati nel loro consapevole ed esibito lusso. Niente di male, niente di riprovevole per carità. La questione però ha un valore culturale molto forte: a Londra c’è la consapevolezza che se ogni cittadino (e cittadina), povero o ricco, assiste a un concerto e partecipa al rito musicale collettivo, è l’intero paese che ne trae vantaggio, la società. In Italia (guardo alla mia piccola provincia), al contrario, sembra che il rito debba rimanere esclusivo, e la musica sia solo un mezzo per creare ulteriori barriere tra le persone; insomma non è usata per costruire ma per dividere e separare. A tale proposito anche l’ultima ordinanza del nostro sindaco che impedisce, in sostanza, l’utilizzo responsabile dei luoghi cittadini, mi sembra vada in questa direzione di disgregazione sociale e non di responsabilizzazione collettiva. Il paternalistico divieto di consumare cibo sulle panchine di alcuni monumenti cittadini denuncia, in realtà, una grave sfiducia nei propri concittadini potenziali vandali dei luoghi che vivono.
Sarebbe meglio fare un’ordinanza che chieda di portarsi delle stuoie e dei teli da mare per godersi meglio la propria città…magari specificando che bisogna pulire dove si sporca. Nei giardini di Westminster gente di tutto il mondo mangia panini, beve, ride e scherza e, nonostante questi temutissimi picnic mi risulta che l’abbazia sia lì da circa un migliaio di anni senza problemi (l’unico vero problema è stata la seconda guerra mondiale e non la mortadella! ): perché dobbiamo avere così scarsa stima di noi stessi?