Dopo una tortura lunga e indegna, Piergiorgio Welby è finalmente morto come desiderava; qualcuno lo ha pietosamente aiutato.
Il suo apostolato in vita – a favore del distacco di tutte le spine – gli ha fruttato l’impossibilità di un funerale religioso: così l’Etica cattolica ha punito il suo desiderio di morire. Il coraggio dell’uomo che si è accollato questa pubblica responsabilità verrà certamente perseguito a norma di legge.
Desiderio ed Etica, Coraggio e Norma sono termini esplosivi in tutte le società poiché sistematicamente collidono, quando la scelta è tra una persona o un valore da salvaguardare. C’è più pietà verso i valori su cui poggia l’Etica che nei confronti di un singolo individuo che da quei valori può essere scarnificato e annientato. Mi chiedo allora cosa vogliono difendere i cattolici e coloro che sostengono ad oltranza il valore della vita. Credo che difendano una violenza profonda, mimetizzata all’interno della loro Etica, forse all’interno di ogni Etica: difendono il principio che la pietà viene dopo i principi stessi: un integralismo pseudo-illuministico che rende totalitaria l’Etica cattolica e borghese, proprio quando l’utilizzo della razionalità imporrebbe il ricorso alla pietà come categoria dell Etica. Questa è la vera cultura della Morte, questa la via per la quale attraverso l’Etica guarda il mondo non cogliendone più le contraddizioni profonde: non permettere ad una persona di morire come desidera in nome di un valore (Vita), che è un’astrazione, un fonema, un suono viscerale, un peto vocale, equivale a dire che il potere sulla vita e sulla morte spetta in ultima istanza alla Parola, a quelli che possono prendersela questa Parola e che pretendono di articolarla con autorità. Vale a dire che nella nostra società Dio, che potrebbe essere l’unico forse a cui spetta una qualche decisione, è tra le labbra del Papa, o di qualche altro integralista cattolico. La parola Vita non può valere pi del suo contenuto. È illogico che un contenitore bi-sillabico (vi-ta), sia più forte di un Mistero. Questa, una delle nostre profonde contraddizioni: il logos della civiltà presente, sia esso Etica o Norma giuridica, non è nient’altro che una delle tante forme di potere celato nelle nostre democrazie. Il Potere, nella festa della civiltà occidentale, si è mascherato da strenuo sostenitore della Vita: la Pietà e la Compassione messe alla porta perché a viso scoperto.
Bisognerebbe andarle a cercare, riportarle alla macabra festa del terzo millennio che celebra se stesso, e i valori su cui si fonda, rimuovendo sistematicamente ogni traccia dei miliardi di corpi nel quale è intrecciato.